Rive di Memoria, un mese dopo

15th April 2025

Sabato pomeriggio, e un cielo biancastro che promette pioggia. Fuori da Porta San Marco un gruppetto di persone con in mano una macchina fotografica, e una cornice bianca, si ferma, si guarda intorno, s’affaccia, scruta ogni dettaglio, presta attenzione ai suoni, segue con lo sguardo il perfetto soggetto da fotografare per il laboratorio di Fotopoesia in cui sono coinvolti: un morconese a spasso per Morcone, una rarità.

 

 

Onde e cornici: reportage di silenzi e ricerca di stupore nel laboratorio di Fotopoesia “Rive di Memoria” 

di Virginia Monteforte

 

Sabato pomeriggio, e un cielo biancastro che promette pioggia. Fuori da Porta San Marco un gruppetto di persone con in mano una macchina fotografica, e una cornice bianca, si ferma, si guarda intorno, s’affaccia, scruta ogni dettaglio, presta attenzione ai suoni, segue con lo sguardo il perfetto soggetto da fotografare per il laboratorio di Fotopoesia in cui sono coinvolti: un morconese a spasso per Morcone, una rarità. Attraverso la cornice ognuno osserva cosa ha scelto di mettere a fuoco e ragiona, allo stesso tempo, su cosa sta escludendo dall’inquadratura, cosa sta selezionando per i propri futuri spettatori. Intanto io leggo ad alta voce, in gara con il fragore dell’acqua sottostante, un capitolo tratto da Palomar di Italo Calvino, “Lettura di un’onda”, con il protagonista che “a ogni momento crede d’esser riuscito a vedere tutto quello che poteva vedere dal suo punto di osservazione, ma poi salta sempre fuori qualcosa di cui non aveva tenuto conto”. 

A lettura finita il gruppo si disperde e vaga per il paese in cerca, appunto, di ciò di cui lo sguardo non ha ancora tenuto conto, in cerca di stupore: c’è chi scatta foto attraverso la cornice, chi dimentica di averla; chi la adatta alle proprie esigenze di foto ritratto, la foto verticale; chi fa un reportage dell’assenza; chi cerca in dettagli, panchine e palloni in una rete, la speranza di ritorni, voci, passi, case illuminate, finestre da spalancare. E infine chi si lascia catturare da come uno stesso luogo cambi a seconda della luce, e in un attimo è già un posto diverso. 

I giorni precedenti abbiamo ragionato sulla natura del nostro sguardo, quello da vicino, quello da lontano; sul suo essere sempre più onnivoro, possessivo, frettoloso. Sul bisogno di rallentarlo, di restituirgli tempo, pazienza, e poesia. La fotografa e sociologa Paola Favoino ha inoltre parlato di cosa sia un reportage, analizzando i diversi approcci, nel corso del tempo, alla fotografia urbana e di paesaggio. E la domenica ha discusso con tutti i partecipanti le foto fatte il giorno prima, guidando ognuno nell’analisi accurata del loro lavoro, nel ragionamento sui vari percorsi che gli occhi hanno seguito per raccontare in immagini Morcone, dando poi suggerimenti per futuri reportage. 

Le immagini dicono tanto, parlano da sole, così si dice, ma ogni immagine è anche un varco per innumerevoli interpretazioni e trasposizioni: tra il penultimo e l’ultimo giorno alle foto vengono associate impressioni, sensazioni, metafore, versi liberi, scritti a mano, su un quaderno. Ogni immagine è il verso di una poesia buttata giù quasi d’istinto, ragionata con più calma, o anche solo pensata. Magari da scrivere, più tardi. Da lontano. 

I giorni del laboratorio sono volati, veloci come uno scatto. L’ultima sera, a San Bernardino, con altri morconesi accorsi al nostro invito, percorriamo, per immagini, strade e angoli che ognuno ricorda bene, e conosce come le proprie tasche. O forse no. In fondo quante volte, quando ci mettiamo le mani in tasca, ci accorgiamo, con stupore, della presenza di cose che non ricordavamo di averci lasciato?

Le foto scattate dai partecipanti saranno fonte di ispirazione per “Correnti di Storie” laboratorio di racconto e scrittura creativa che si terrà a Morcone dall’8 all’11 maggio sotto la guida di Valerio Cruciani e Antonella Sgobbo, e per “Reti di Memoria”, laboratorio di racconto digitale che avrà luogo dal 31 maggio al 2 giugno con Chiara Carolei. 

Informazioni sulle pagine Instagram e Facebook di TAM - La cultura è un fiume, e su rimaproject.org. 

I laboratori fanno parte del progetto Memori(v)e a cura dell’associazione Rima nell’ambito di TAM - La Cultura è un Fiume, progetto di Rigenerazione Culturale, Sociale ed Economica del Comune di Morcone, finanziato dal PNRR, M1C3, Investimento 2.1. 

 

Foto di Marta Lombardi

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